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L’analisi proposta da Sos Tariffe analizza i dati, aggiornati al 30 giugno 2014, resi disponibili da Infratel Italia. I numeri evidenziano una situazione disomogenea. E per la banda ultralarga è ancora peggio.

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Qual è la percentuale di popolazione in Italia raggiunta da servizi di accesso a Internet a banda larga e a banda ultralarga? Quanto è ampio il digital divide nel territorio tricolore?

Per rispondere, SosTariffe ha consultato i dati resi disponibili da Infratel Italia, società costituita su iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. I dati sono aggiornati al 30 giugno 2014.

Infratel Italia, nella veste di soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultra Larga del Governo, mappa il territorio nazionale per individuare le cosiddette aree bianche, vale a dire le zone prive di infrastrutture per la banda larga, poco o per nulla appetibili per gli investitori privati, e quindi ammesse agli aiuti di Stato. Individuate le aree bianche, Infratel Italia mette in campo tutti gli strumenti contemplati nei Piani Banda Larga e Ultra Larga governativi, che possono prevedere la realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche oppure incentivi economici a favore di un operatore di settore per colmare Diffusione-Banda-Larga-in-Iil digital divide infrastrutturale.
Le Regioni e gli Enti Locali partecipano ai piani medesimi finanziando i progetti sulla base delle convenzioni operative. Infratel Italia attua e monitora i lavori fino al completamento delle infrastrutture e all’attivazione dei servizi.

 

Banda larga in Italia: dati nazionale e regionali

Il 96,9% della popolazione in Italia è raggiunto da servizi di accesso a Internet a banda larga in grado di fornire velocità di connessione comprese tra i 2 Mbps e i 20 Mbps. La percentuale di popolazione che in Italia si trova in digital divide si attesta pertanto al 3,1%.

Il dato nazionale non si riflette con omogeneità nelle singole Regioni  italiane. Se, ad esempio, in Lombardia, la percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda larga è pari al 98,40%, in Molise si registra un digital divide del 13,4%.
Lombardia e Molise rappresentano i due estremi, ma non si deve pensare che il divario digitale sia un problema che affligge in via esclusiva le Regioni del Sud. In Puglia, ad esempio, la percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda larga è pari al 96,6%, mentre in Friuli Venezia Giulia è pari all’83%.

In Italia, la percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda ultralarga, con velocità di connessione nominali di 30 Mbps, è pari al 22,3%.
Con riferimento alla banda ultralarga a 30 Mbps, in Italia la percentuale di ppolazione in digital divide si attesta pertanto al 77,7%.

Anche in questo caso, il dato nazionale non si riflette con omogeneità nelle singole Regioni italiane. Si registrano treBanda-Ultralarga-Italia-vs- situazioni limite, in Molise,Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, ove, stando  ai  dati  resi disponibili da Infratel Italia, non è ancora possibile accedere a Internet con servizi a 30 Mbps.

E soltanto in Emilia Romagna, Lazio e Liguria le percentuali di popolazione raggiunta dalla banda ultralarga a 30 Mbps sono superiori alla media nazionale. Peraltro, non si va oltre il 38,3% registrato nel Lazio.

Nei servizi di accesso a banda larga con velocità di connessione comprese tra i 2 Mbps e i 20 Mbps Italia ed Europa sono allineate: per entrambe le realtà territoriali la copertura è circa del 97% della popolazione. Emerge invece un netto divario tra il Belpaese e la media europea se si guarda alla percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda ultralarga con velocità di connessione pari a 30 Mbps.

Secondo i dati resi disponibili da Infratel Italia, infatti, nel nostro Paese soltanto il 22,3% della popolazione può fruire di servizi di accesso a Internet in grado di fornire velocità di connessione pari a 30 Mbps, a fronte di una media europea che si attesta al 64%. In altri termini, con riferimento ai servizi di accesso a banda ultralarga a 30 Mbps, il digital divide in Italia è pari al 77,7%, mentre in Europa in media al 36%.

Il Belpaese è in ritardo rispetto al Vecchio Continente anche in materia di banda ultralarga a 100

Mbps: la percentuale di popolazione che in Italia è raggiunta da servizi di accesso a 100 Mbps è pari al 2,4%, a fronte di una media europea del 6%.

Al 30 giugno 2013, in Italia, la percentuale di popolazione in digital divide con riferimento alla banda larga su rete fissa e wireless si attestava al 4%. Su base annua, dunque, il divario digitale si è ridotto di circa un punto percentuale, perché, al 30 giugno 2014 il digital divide si attesta al 3,1%.

In termini di copertura, pertanto, si è passati dal 96% (30 giugno 2013) al 96,9% (30 giugno 2014).

Per quanto riguarda il digital divide su base regionale, sempre con riferimento alla banda larga fornita su rete fissa e wireless, ecco il confronto dei dati disponibili al 30 giugno 2014 con quelli registrati al 30 giugno 2013.

La regione dove si registra la diminuzione maggiore del digital divide è il Molise, con un decremento del 5,3%, mentre quelle che segnano un segno meno più basso sono Liguria ed Emilia Romagna con una diminuzione dello 0,3%.

SosTariffe ha inoltre messo a confronto i dati disponibili al 30 giugno 2014 con quelli registrati al 31 dicembre 2013 con riferimento alla percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda ultralarga a 30 Mbps.

Per la rilevazione al 30 giugno 2013, i dati ministeriali non sono disponibili per i servizi di accesso a banda ultralarga con Digital-divide-banda-ultralvelocità di connessione uguali o superiori a 20 Mbps, mentre per la rilevazione al 31 dicembre 2013 il Ministero  dello  Sviluppo  Economico ha   fornito   anche   le   percentuali di copertura della banda ultralarga a 30 Mbps.

Le variazioni individuate dimostrano che in pochi mesi ci sono stati significativi aumenti di copertura: l'area maggiormente interessata è il Centro con un aumento del 18,92%, mentre il Nord Est si dimostra l'area dove la copertura è aumentata in maniera minore con una variazione del 7,78%.

Banda ultralarga: le prospettive future

Non è ancora operativa la Strategia italiana per la banda ultralarga elaborata da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) e approvata il 3 marzo 2015 dal Consiglio dei Ministri presieduto da Matteo Renzi.

Una Strategia attraverso la quale il Governo vuole raggiungere obiettivi più ambiziosi di quelli previsti in seno al programma Agenda Digitale Europea: 100 Mbps per l’85% della popolazione italiana entro il 2020; 30 Mbps per il 100% della popolazione italiana entro il 2020.

L’esecutivo si è attivato per promuovere in via prioritaria il dispiegamento della Fibra Ottica in architetture cosiddette a prova di futuro, vale a dire, nello specifico, in architettura FTTH (Fiber-to- the-Home), ma ha altresì riconosciuto un ruolo rilevante alla tecnologia satellitare, anche con riferimento al superamento del digital divide in materia di banda ultralarga.

Le risorse pubbliche individuate dall’esecutivo non sono tuttavia sufficienti per raggiungere gli obiettivi di cui sopra ed è pertanto necessario il contributo di investitori privati, in particolare degli operatori di telecomunicazioni attivi in Italia.

Insomma, c’è ancora molto da fare. E, come sempre, è necessario trovare i fondi per dar corpo alle enunciazioni.

 

 

 

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